La nuova figura dell’agronomo: digitale e tecnologia per le imprese agricole

13Apr, 2020
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La nuova figura dell’agronomo: digitale e tecnologia per le imprese agricole

Con l’avanzare della crisi sanitaria globale e il proseguire delle restrizioni fino agli inizio di maggio, gli agronomi tornano ad avere una centralità maggiore nella vita di un’azienda agricola e nella diffusione di prodotti agroalimentari.
Oltre l’aspetto tecnico e puramente legato alla professione, l’agronomo può informare l’azienda sulle opportunità della tecnologia, avviando una rivoluzione digitale per i propri clienti.  Costruire sistemi alimentari sostenibili e resilienti è  fondamentale sia in comunità altamente urbanizzate che nelle piccole comunità produttrici di eccellenze invidiate in tutto il mondo. Solo nel 2018, sempre secondo i dati  della Coldiretti, le esportazioni del cibo italiano erano lievitate fino a un valore di 41,8 miliardi di euro, proiettandosi a un ulteriore balzo del 5% nel 2019.

Attualmente la situazione risulta completamente cambiata. Esempio importante proviene dalla Sicilia.

Per non far crollare il settore di eccellenza di Bronte, una soluzione potrebbe provenire dalla tecnologia applicata all’agroalimentare. Come riportato dal Think Tank “Imprese del Sud“, la tracciabilità completa dei prodotti agroalimentari siciliani attraverso la tecnologia Blockchain può rivitalizzare la produzione.
Sviluppare una piattaforma informatica multifunzionale che promuove la creazione, lo sviluppo e l’applicazione della Blockchain al fine di garantire la sicurezza ed il controllo dei prodotti alimentari, la tracciabilità e rintracciabilità degli stessi e di accrescere la fiducia dei consumatori finali nell’operato delle istituzioni e delle aziende.

Le imprese siciliane possono sviluppare la possibilità di certificare la vera provenienza dei prodotti e chi acquisterà le arance siciliane, il pistacchio di Bronte o il pomodoro di pachino potrà avere la certezza di ciò che sta consumando. È necessario tracciare gli alimenti non solo per rispondere a una normativa obbligatoria. La disponibilità di dati e informazioni può generare maggiore efficienza dei processi di supply chain, con effetti , ad esempio,  sul miglioramento nella gestione delle scorte, sulla riduzione degli sprechi alimentari e sul consolidamento delle relazioni di filiera, nonché aprire nuove opportunità di mercato.

Inoltre, il consumatore è sempre più attento nei confronti delle informazioni riguardo un determinato prodotto. Il digitale abilita la raccolta di una maggiore mole di dati, riducendone al tempo stesso i tempi e i costi. Si riducono inoltre le possibilità di errore e manomissione del dato, che potrebbero verificarsi in un sistema non digitalizzato. Tra i benefici legati al miglioramento del processo stesso di tracciabilità e rintracciabilità vi sono la maggiore velocità nel poter identificare i prodotti e la conseguente riduzione dei costi di gestione di eventuali blocchi o richiami.

Tale tecnologia può risultare molto importante per un prodotto di eccellenza quale il pistacchio che  prevede una fase di raccolta e una fase di stoccaggio che può durare un anno intero e quindi la certificazione digitale può aiutare molto i prodottoti locali e gli agricoltori.

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